Ciao Impertinenti,
oggi vi parliamo del romanzo da cui è tratta l'omonima serie Netflix: LA REGINA DEGLI SCACCHI scritto da Walter Tevis.


Genere: Narrativa Contemporanea
Casa editrice: Mondadori
Traduttrice: Angelica Cecchi
Data di Uscita: 26 Gennaio 2021
Prezzo: € 13.30 - Ebook € 7.99

Trama: Finita in orfanotrofio all'età di otto anni, Beth Harmon sembra destinata a una vita grigia come le sottane che è costretta a indossare. Ma scopre presto due vie di fuga: le pillole verdi, distribuite a lei e alle altre ragazzine dell'orfanotrofio, e gli scacchi. Il suo talento prodigioso è subito lampante; una nuova famiglia e tornei sempre più glamour e avvincenti le permettono di intravedere una nuova vita. Se solo riuscisse a resistere alla tentazione di autodistruggersi... Perdere, vincere, cedere, resistere: imparare, grazie al gioco più solitario che ci sia, a chiedere aiuto, e a lasciarselo dare.




Ciao lettrici! Oggi sono qui per recensire un libro che mi ha tenuto compagnia in questi giorni pieni solo di letture per l’università. Premetto che ho amato alla follia la serie Netflix La regina degli scacchi, quindi, quando mi hanno proposto di partecipare al review party del romanzo di Tevis Scott, sono stata felicissima. 
Chi ha visto la serie conosce già la trama, ma per chi invece non l’ha ancora incominciata (iniziatela immediatamente, è un ordine) deve sapere che La regina degli scacchi racconta la storia di Beth Harmon, prima bambina cresciuta in orfanotrofio e poi scacchista di talento. È proprio lì, in orfanotrofio, che viene in contatto con il gioco degli scacchi, un gioco che condizionerà tutta la sua vita. 
Beth è un personaggio criptico, complicato. Non riesce a trovare il suo posto nel mondo. Non si sente accettata in orfanotrofio, viene abbandonata dal padre adottivo ed è oggetto di scherno delle compagne delle superiori. L’unico posto che sente veramente come suo è quello davanti alla scacchiera. 

« Di colpo Beth si sentì come una piccola cosa insignificante, una qualsiasi orfanella coi capelli castani e quel vestito lugubre. Di corporatura Beth era quasi la metà di quegli studentelli insolenti, con la voce grossa e le felpe sgargianti. Si sentiva sciocca e impotente. Ma poi tornava a guardare la scacchiera, coi pezzi sistemati nella posizione a lei familiare, e quella sensazione sgradevole si attenuava. Poteva essere fuori posto in quella scuola pubblica, ma non lo era per nulla davanti a quelle dodici scacchiere.»

Ma ci sono stati momenti in cui nemmeno in un torneo di scacchi si è sentita accettata: in un mondo prevalentemente maschile, dove è stata più spesso giudicata come donna piuttosto che come giocatrice, lei è riuscita comunque ad affermarsi, emancipandosi. 
Nonostante il suo successo, quella solitudine che l’accompagna da quando è bambina si fa sempre più forte e lei cerca di scappare da se stessa con l’alcol e i tranquillanti. 
I personaggi che le ruotano intorno sono ben caratterizzati e aiutano Beth a vedere le cose da una diversa prospettiva, sia negli scacchi che nella vita. 
La signora Wheatley, la madre adottiva, le ricorda di non perdersi quello che la sua giovane età può offrire. Benny, campione degli scacchi, la aiuta a ragionare e a mettersi alla prova nel gioco che amano entrambi. Jolene, orfana come lei, riesce a rimetterla in sesto nel momento in cui più ne ha bisogno. 
La regina degli scacchi è un romanzo di formazione che vi terrà incollate alle pagine e non potrete non amare Beth. 
È da leggere assolutamente.

 


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