Oggi il nostro cinefilo impertinente ci parla di LUPIN, la serie tv disponibile su Netflix, con Omar Sy e liberamente ispirata ai romanzi di Maurice Leblanc.

Genere: Azione, Commedia, Poliziesco
Ideatore: George Kay, François Uzan
Regia: Louis Leterrier, Marcela Said, Ludovic Bernard
Sceneggiatura: George Kay, François Uzan, Marie Roussin, Florent Meyer, Tigran Rosine
Cast: Omar Sy, Vincent Londez, Ludivine Sagnier, Clotilde Hesme, Nicole Garcia, Hervé Pierre, Soufiane Guerrab, Antoine Gouy, Fargass Assandé, Shirine Boutella
Anno: 2021
Paese: Francia



Trama:  
Il quattordicenne Assane Diop vede la sua vita completamente stravolta dopo la morte del padre, condannato per un crimine che non ha commesso, fatto che lo porta a covare un'irrefrenabile voglia di vendetta e giustizia verso la ricca famiglia che l'ha accusato. Venticinque anni dopo Assane, che intanto lavora come addetto alle pulizie al Museo del Louvre, decide di portarla a compimento traendo ispirazione dal romanzo Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo, regalatogli a suo tempo dal padre.




Dopo mesi di attesa, giorni interi passati a fissare il buio contando quanti minuti ancora mancassero all’uscita della serie, finalmente ho potuto vederla in binge watching, e devo ammetterlo: mi ha quasi completamente soddisfatto.
Assange è un ragazzino timido, immigrato in Francia dal Senegal assieme al padre Babakar, che vive in un modesto appartamento nei quartieri poveri. Spesso si ritrova a frequentare la villa della ricca famiglia Pellegrinì, dove il genitore è impiegato come autista e tutto fare. Lì conosce tutta la famiglia: l’affascinante figlia di pochi anni più grande, la madre dolce e gentile e Hubert il padre, un burbero uomo autoritario e maleducato.


Un giorno, però, da casa Pellegrinì scompare un collier di diamanti del valore di decine di milioni di euro. Immediatamente le indagini, fortemente manipolate da Hubert, convergono verso Babakar, imprigionato ingiustamente e obbligato a confessare con un inganno. Per Assange la vita cambia e in peggio. Ormai l’unico ricordo che gli resta del padre è un manoscritto sulle avventure di Arsenio Lupin e, 25 anni dopo, decide di utilizzarne la conoscenza e le tecniche per mettere in piedi la sua vendetta.
Ora, la serie tv è molto ben fatta. Non c’è nulla da obiettare in proposito. Si tratta del tipico prodotto sulla falsa riga dei ben più vecchi Ocean’s 11-12 ecc., dove nulla è quel che sembra e il protagonista prende solo fregature, fino agli ultimi minuti in cui si capisce che era sempre stato un passo davanti a tutti e alla fine è l’unico a spuntarla. Ogni episodio è strutturato per portarci sempre un passo più vicini alla sua vendetta, su cui la serie si basa. I furti, infatti, sebbene siano iniziati come un buon modo per guadagnarsi da vivere, hanno finito per diventare solamente un mezzo per ottenere un fine: vendicarsi della famiglia che aveva portato il padre al suicidio.


Il fatto però è questo: sebbene la serie sia veramente ben fatta, la storia avvincente e i colpi di scena, almeno inizialmente, inaspettati, ad un certo punto inizia a diventare un pochino scontata. Perché in effetti il protagonista è sempre in gamba, ma inizia a commettere errori banali, quasi “fatti apposta” dagli sceneggiatori per incasinare la situazione. Questo è un problema, perché sono esattamente l’opposto di quello che si è predicato all’inizio, quando ci spiegano che Lupin deve sempre essere un passo davanti agli altri. Ora, alcuni possono essere spiegati con la situazione e l’emotività, ma altri sono palesemente trovati per rendere interessante la storia in un momento un po’ fiacco. Non so, l’impressione è che certi sbagli e certe risoluzioni siano un tantino forzate. Resta comunque un prodotto valido al 90%, quindi per nulla da scartare.


Omar Sy, come immaginavo, è fantastico, un attore che gode di una fisicità imponente e di un’espressività invidiabile, non poteva che brillare in un’opera incentrata completamente sulla sua performance. La cosa davvero sensazionale è come gli basti un nonnulla per sembrare credibile come uomo delle pulizie e, nella scena dopo, come ricco milionario, in modo così naturale cambiando abito, postura e carattere. Tra l’altro un’abilità indispensabile per un ladro esperto in travestimenti! Se devo essere sincero non è che gli altri attori mi abbiano fatto impazzire. Sono per lo più personaggi famosi in prodotti locali francesi, che a volte superano le alpi arrivando fino a noi, alcuni volti li avevo già visti e altri no, ma nell’insieme trovo che veramente abbiano basato l’intera serie solo un attore fenomenale, trascurando un po’ gli altri.


Per tirare le somme: un prodotto davvero buono, fomentato da mesi di hype, grazie anche alle polemiche sorte dal fatto che Lupin sarebbe stato interpretato da un attore di colore (che poi non è così dal momento che è solo un emulatore), ma che proprio per questo mi ha creato tutta una serie di aspettative altissime, che in parte sono state disattese. Ma questo è, ovviamente, un problema solo mio. La serie merita sicuramente di essere vista.

Voto: 4
L’amichevole GM di quartiere.
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