Ciao Impertinenti,
oggi vi parliamo del romanzo VOLEVO SOLO IL LIETO FINE scritto da Maria Sveva Morelli.

Genere: Romance Contemporaneo
Casa editrice: Self Publishing
Data di Uscita: 04 Gennaio 2021
Prezzo: €10.00 - Ebook € 0.99

Trama: Mai sottovalutare il potere di un romanzo rosa.

La vita di Violet sembrerebbe perfetta: abita nella Grande Mela, i suoi romance balzano in cima alle classifiche e le lettrici l’adorano, ma le manca ancora qualcosa. Ha rinunciato all’amore, relegandolo tra le pagine dei suoi libri.
Almeno fino al giorno in cui si risveglia in ospedale, convinta di chiamarsi Vanilla e di essere innamorata di Fred, il suo affascinante vicino di casa. Peccato che Vanilla e Fred siano i nomi dei protagonisti del suo nuovo manoscritto e che somiglino fin troppo a lei e a Frank, il brillante architetto con cui ha avuto una storia indimenticabile… e naufragata anni prima.
Fantasia e ricordi si mescolano a causa di un raro disturbo di memoria che spingerà Violet a rileggere il proprio passato. Tra le vie scintillanti di New York, cibo da strada e romanzi d’amore, riuscirà la Regina del Romance a raggiungere il sospirato lieto fine?

Volevo solo il lieto fine è un romance scritto egregiamente (e già per questo si porta a casa mille punti!). Sveva Morelli è per me una rivelazione: mi è apparsa come un astro luminoso in una volta punteggiata di stelle nascenti, stelline che troppo spesso emanano sempre meno o che brillano solo di luce riflessa.
Veniamo al dunque.
Quella di Frank e Violet è una storia d’amore coinvolgente per la sua semplicità, un po’ come gli amori che leggi nei libri di Nicholas Sparks: relazioni nelle quali ci si può riconoscere perché si nutrono di normalità, di dinamiche a volte sbagliate, e che pure incespicano tra paure e sentimenti autodistruttivi (alzi la mano chi non sa di cosa sto parlando!).
Niente a che spartire, insomma, con i romanzetti triti e ritriti, infarciti di cliché e conditi da battute e schermaglie scontate, buoni solo ad alzare la glicemia e abbassare il livello di considerazione per il genere romance.

“Le persone erano il vero spettacolo: ognuna diversa dall’altra, ognuna con un racconto sottopelle. Bastava uno sguardo o un dettaglio a rivelarle qualcosa, una vita che desiderava essere svelata, un’anima in cerca di un orecchio e una penna pronti ad ascoltare e poi raccontare. Scattava tutto da un particolare…”

I protagonisti di Volevo solo il lieto fine - lui architetto e lei scrittrice - non hanno la lingua tagliente e la risposta sempre pronta. Anzi a volte rimangono paralizzati dall’intensità di dubbi e insicurezze e spiazzati (vivaddio!!) davanti alla cattiveria altrui. Persone normali, dunque, alle quali ci si affeziona in fretta, perché le loro fragilità sono la bellezza umana.

Ovviamente c’è di più. In compagnia di Violet e Frank non si vive solo l’evoluzione di un legame d’amore intenso e totalizzante, ma si accarezza anche la realtà meno poetica dell’editoria, si vivono aspirazioni e frustrazioni del mondo dei blog, e si percorre la New York più romantica e meno patinata.
Sono interessanti anche i personaggi secondari che, come vogliono le regole del romance, non rubano mai la scena ai protagonisti ma sostengono la vicenda, indirizzando la sequenza narrativa. Vogliamo non citare il ragazzino del delivery, Tony? Ottima l’idea di sbirciare le sedute dallo psicoterapeuta per affrontare la paramnesia, disturbo che affligge la protagonista: aggiungono spessore all’intreccio con originalità.

“…non l’ho proprio scoperto, l’ho ricordato. La memoria ci ha messo un po’ a tornare, ma ora sono certa di aver recuperato tutti i pezzi”.

Un’ottima lettura per chi ha voglia di un romance che si snoda delicatamente (alla Sparks?) con una scrittura scorrevole e molto piacevole, ma non abbassate la guardia sulle diverse figure femminili che ruotano attorno ai due protagonisti: niente è mai come sembra.





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  1. Grazie mille per questa recensione.
    Mara è stata davvero preziosa con i suoi commenti.
    Sveva

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