Buongiorno Impertinenti,
oggi la nostra Aliena ci parla di NEL NOME DELLA PIETRA di Cristina S. Fantini. Un romanzo che è un capolavoro come l’opera d’arte di cui parla!

Genere: Romanzo storico
Casa editrice: Piemme
Data di Uscita: Marzo 2020
Prezzo: € 9.99

Sinossi: Il Duomo di Milano come nessuno lo ha mai raccontato.

Milano, 1385. Forza, conquista, potere. Sono queste le parole che guidano i pensieri di Gian Galeazzo Visconti, da poco divenuto signore della città dopo aver deposto e fatto arrestare lo zio Bernabò. Quando l'arcivescovo di Milano gli prospetta l'idea di una grande cattedrale che sostituisca la chiesa di Santa Maria Maggiore, il conte di Virtù, da sempre devoto alla Vergine, approva il progetto anche se la decisione non ha nulla di religioso. Diventerà potente, espanderà i confini del ducato e la cattedrale dovrà essere il simbolo della sua grandezza. Per costruirla, si circonda dei migliori architetti e scultori, i maestri campionesi, tra i pochi in grado di portare a termine un progetto tanto ambizioso. Nelle schiere di ingegneri e artigiani, operai e artisti, vi sono Alberto e Pietro, gemelli separati alla nascita. Falegname l'uno, scultore l'altro, uniti da un solo ineludibile destino, quello di contribuire a una delle più grandi imprese che la nostra storia ricordi: la costruzione del Duomo di Milano.
Tra segreti di corte, passioni e giochi di potere, un romanzo che celebra la grandezza di uno dei simboli della nostra civiltà attraverso le vite dei potenti che lo vollero fortemente e di coloro che, con l'ingegno e la fatica, lo fecero sorgere dal nulla. Queste pagine celebrano la loro memoria.


Le Donne. Voglio iniziare da qui la mia recensione, dalla parte femminile che, in fin dei conti è l’oggetto del romanzo. Il libro narra dei primi trent’anni della costruzione del Duomo di Milano ovvero la casa di Maria Nascente cioè la Madonna. So benissimo che etimologicamente sto facendo una forzatura ma il culto della vergine Maria, madre di Cristo, permea con discrezione tutto il vissuto dei personaggi, e in particolare delle figure femminili e la loro ottica particolare verso il monumento in costruzione. Mentre gli uomini sono impegnati nei sogni di gloria e negli aspetti pratici della progettazione e della realizzazione, le donne che gravitano attorno a loro ne esaltano la spiritualità e il riferimento che essa costituirà. Con grande realismo, frutto di una immensa ricerca, gli scorci di vita nobile, borghese e popolare delle donne dell’epoca sono narrati attraverso gli occhi di attrici d’eccezione: alcune sono figure realmente esistite, altre assolutamente inventate ma non per questo meno realistiche. Mi sono rimaste nel cuore le vicende di Costanza, Aima e anche Caterina Visconti per la loro forza e la loro tragicità nel vivere in un mondo e in un tempo dominato dagli uomini e anche, purtroppo, dalle superstizioni.

Gli uomini. L’autrice ha scelto con cura gli occhi attraverso i quali raccontarci cosa sia avvenuto in quei trent’anni di costruzione tra il 1386 e 1406, l’ha fatto tenendo conto che doveva mostrare in primis il fermento delle Province-Stato e delle continue lotte tra Signori confinanti e l’estenuante ricerca di alleanze anche con i regnanti esteri per mantenere il dominio dei territori spesso ottenuti con la forza. Accanto a questo fervore politico, per un certo verso anche indifferenti, si svolgevano le vite normali della gente comune, dove il tempo era scandito dai ritmi contadini delle stagioni e dal duro ma nobile lavoro oltre che dalle consuetudini religiose. Vediamo quindi ciò che accade dagli occhi di Gian Galeazzo Visconti, dall’Abate Alfonso e soprattutto dei Mastri Campionesi, costruttori da antiche generazioni che hanno tramandato un sapere dell’arte della costruzione e della pietra che ancora oggi possiamo ammirare nello splendore del Duomo di Milano.

La Vicenda. C’è ovviamente una vicenda, un filo, che lega tutto il narrato, ed è la vita di Alberto e Pietro, gemelli separati dalla nascita che si ritroveranno ragazzi, uniti, nel destino di un’opera magnifica, inconsapevoli di essere fratelli di sangue ma certi di essere fratelli nell’arte e nell’ingegneria. Di arte e ingegneria si parla moltissimo in questo romanzo, vengono sviscerati moltissimi dettagli riguardanti non solo la costruzione ma anche i materiali e il modo per mettere insieme il tutto affinché il Duomo diventasse l’opera grandiosa che è.

Il Sentimento. Non è un romanzo d’amore e neppure romantico, ma c’è tantissimo sentimento anzi tanti sentimenti, c’è l’amore per le tradizioni, la passione per il cambiamento, la speranza, l’invidia, il timore di Dio, la venerazione per l’arte e il bello, l’amicizia, il rispetto, anche un velo di romanticismo, la disperazione, il perdono. Insomma, c’è tutta la pletora delle passioni umane, una vita, tante vite, vissute, perdute, intrecciate tra loro in una trama complessa come quella di arazzo e ugualmente affascinante da ammirare.

Lo stile. Cristina S. Fantini è il nome di un’autrice che è molto conosciuta nel panorama della fiction romance italiana: Adele Vieri Castellano. La cifra della sua scrittura è evidente anche in questo romanzo che concede molto meno ai sentimenti e alla focalizzazione dei personaggi in quanto tali ed è centrato invece su singoli spaccati tesi a raccontare dettagli storici e non. Ogni capitolo quindi è come una figura dell’arazzo globale che è il libro nella sua interezza, ha un titolo e una periodizzazione ed è sempre narrato in terza persona passata. A vote i dettagli ci vengono raccontati da un personaggio che istruisce o apprende egli stesso, a volte ci vengono presentati nella descrizione dell’ambiente o dell’episodio, il mio consiglio è quello di non affrettare la lettura ma di farli propri assaporandoli.
D’altra parte, non penserete mica di entrare nel Duomo di Milano e uscirne in fretta, giusto?

Impertinente triste
È davvero un peccato che la situazione contingente abbia annullato tutte le presentazioni del libro e che le librerie siano chiuse, sarebbe stato bello poter interrogare l’autrice circa le ricerche che ha fatto per capire quali sono i personaggi del libro inventati di sana pianta e quelli esistiti ma di cui ha inventato le vicende.

Chiudo raccomandando caldamente la lettura di questo romanzo perché è uno di quei romanzi che oltre ad intrattenere forniscono anche un arricchimento alla nostra conoscenza e una celebrazione del bello e dell’arte che dobbiamo assolutamente valorizzare e riscoprire soprattutto ora perché dopo la lettura di questo romanzo sarà ancora più chiaro che le “grandi” cose non le fa un singolo, ma una comunità unita.

A chi può piacere questo romanzo?
Piacerà a chi ama la Storia e desidera conoscere dettagli che NON si trovano su Wikipedia.
Piacerà a chi deve ancora visitare il Duomo di Milano, o ci è stato, ma vuole uno sguardo nuovo.

Se volete restare in contatto con l’autrice per sapere quali iniziative alternative alle presentazioni del romanzo si stanno organizzando potete seguirla sui suoi canali social:
Istagram: cristina.s.fantini
Twitter: @CristinaSFanti2

Bye Bye alla prossima




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