Oggi il nostro cinefilo impertinente ci parla di RETURN TO SENDER, film del 2015 diretto da Fouad Mikati, con Rosamund Pike, Shiloh Fernandez e Nick Nolte. Disponibile su Prime Video.

Genere: Thriller, Drammatico
Diretto da: Fouad Mikati
Produttori: Candice Abela, Holly Wiersma
Scritto da: Patricia Beauchamp, Joe Gossett
Musiche: Daniel Hart
Compagnie di produzione: Boo Pictures, Holly Wiersma Productions, Voltage Pictures
Distribuito da: Image Entertainment
Attori: Rosamund Pike, Shiloh Fernandez, Camryn Manheim, Illeana Douglas, Nick Nolte
Anno: 2015
Paese: USA



Trama: 
Miranda Wells, una meticolosa infermiera di una piccola città, accetta un appuntamento al buio con un uomo di nome Kevin. Il giorno prestabilito, si presenta un ragazzo che la picchia e la violenta. La donna, dopo una lunga convalescenza, viene dimessa dall'ospedale. Tornare alla vita normale è difficile e l'unica cosa a cui riesce a pensare è come vendicarsi.






Ed eccoci qui a parlare di un prodotto molto interessante su Prime Video. Miranda è un’infermiera di una piccola cittadina, con l’ambizione di poter finalmente lasciare la corsia per diventare un’attrezzista. Cosa che le potrebbe davvero risultare molto facile visto la sua straordinaria precisione e le sue mani incredibilmente ferme. Capacità di cui da dimostrazione più volte sia sul lavoro che nel suo hobby di pasticcera. Un giorno un’amica le organizza un appuntamento al buio con un suo conoscente. Quel giorno, però, alla sua porta si presenta un uomo, inizialmente simpatico, ma che in pochi minuti si trasforma in una belva aggredendola e stuprandola. Da quel momento la sua vita cambia completamente: le mani iniziano a tremarle, non riesce più a concentrarsi e perde la possibilità di promozione che aveva così tanto desiderato. Senza più niente altro da perdere, la sua mente si fissa sull’unica cosa che le è rimasta: il desiderio di vendetta.


“Ho sentito che hai una specie di appuntamento al buio, che c’è? Volevi tenermelo nascosto?”

Allora, partiamo col dire che adoro Rosamund Pike, quindi cerco sempre di guardare i suoi film. Si, lo so, sono sicuramente di parte quando ne recensisco uno, ma farò il bravo e cercherò di non farmi trascinare dall’emotività. La trama è abbastanza interessante, diciamo che è insolita, ma ci mostra una protagonista che da vittima si trasforma in carnefice, una ragazza la cui vita perfetta viene brutalmente lacerata da un episodio di violenza, dal quale non riesce ad uscirne se non attraverso altra violenza. Il fatto è che il personaggio principale è molto più sfaccettato di come potrebbe sembrare, e quello che credevo essere un protagonista piatto, un po’ grigino, si è rivelato essere molto più colorato di quello che credevo. Si tratta di un’opera interessante, ma certamente non portante. È a tratti molto leggero, a volte un pochino noioso, e solo a un certo punto si fa davvero molto bello. La storia che c’è dietro, però, riesce sicuramente a sprigionare una notevole dose di empatia, e ci porta a tifare per la vittima della violenza fino al punto da farci ignorare certi segnali già di suo un pochino preoccupanti. A tutti consiglio una visione molto attenta in modo che certi dettagli, una volta visti, non vi sfuggano dalla mente quando finalmente potrete unire tutti i puntini.


“San Valentino era la festa preferita di mia madre, mi faceva sempre mandare quei biglietti pieni di cuori”

Sicuramente un ottimo lavoro lo fa proprio la bravissima Rosamund, e si, sto per partire a farle una sviolinata, ma certamente è bravissima ad interpretare personaggi sfaccettati e molto più complessi di come sembrerebbero. Quasi come se la vedova nera sia ormai il suo marchio di fabbrica. Vittime che diventano carnefici, donne fredde, calcolatrici e che non si lasciano intimorire da nulla. Davvero un’ottima attrice nel ruolo perfetto per lei. Credo però che un altro attore bravissimo nel film, ma che si vede abbastanza poco in giro, sia Nick Nolte. Non lo vedo molto spesso, ma ogni volta rimango estasiato per come riesce ad essere a volte il padre burbero e alcolizzato e a volte, come in questo caso, il genitore presente e molto dolce.


“Che è successo?
Sei svenuto.
Sai cos’ho che non va?
Certo che lo so, sei uno stupratore William, ecco cos’hai che non va.”

Cosa non mi è piaciuto del film: per certi versi la trama sembra scritta da qualcuno che non ha ben compreso cosa rappresenti subire una violenza e che effetti ha non solo sulla vittima (la cui rappresentazione è ben fatta), ma sulle persone che gli sono intorno. Di fatto sembra che avere una figlia stuprata non sia stato un problema per il padre, che continua quasi a preoccuparsi più per il cane, senza mai proporsi di rimanere in casa con lei o di farla trasferire da lui, nemmeno durante la convalescenza; oppure le colleghe di lavoro (tutte donne) che non provano nemmeno un minimo di empatia, e continuano a trattarla come a voler ignorare l’accaduto, o addirittura a rimproverarla per non essersi impegnata abbastanza per ottenere la promozione. Non so, non mi è mai capitato di conoscere una persona a cui fosse capitato di recente un avvenimento del genere, ma non credo che quella sarebbe la naturale reazione delle persone che le sono vicine.


Voto: 3
L’amichevole GM di quartiere.
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