Oggi il nostro cinefilo impertinente ci parla di DOCTOR STRANGE NEL MULTIVERSO DELLA FOLLIA, il film Marvel diretto da Sam Raimi, con Benedict Cumberbatch e Elizabeth Olsen.


Genere: Azione, Fantasy
Regia: Sam Raimi
Soggetto: Stan Lee, Steve Ditko (fumetto)
Sceneggiatura: Jade Halley Bartlett
Fotografia: John Mathieson
Montaggio: Bob Murawski, Tia Nolan
Musiche: Danny Elfman
Scenografia: Robert Stromberg
Costumi: Graham Churchyard
Produzione: Marvel Studios
Attori: Benedict Cumberbatch, Elizabeth Olsen, Benedict Wong, Michael Stuhlbarg, Rachel McAdams, Chiwetel Ejiofor, Xochitl Gomez, Patrick Stewart, Bruce Campbell, Julian Hilliard
Anno: 2022
Paese: USA




Trama: 
una giovane ragazza è in grado di aprire portali attraverso il multiverso, dei demoni le danno la caccia con l’intenzione di catturarla e assorbirne il potere. L’unico in grado di combatterli e capire come fermarli sembra essere proprio il Dottor Strange.





Eccoci qua a parlare di nuovo di film, cinema e Marvel. Un trinomio che ormai sembra essere abbastanza in voga essendo questo il ventottesimo film della casa delle idee.
Questa volta, però, ve ne voglio parlare da un’angolazione un po’ differente.
Non ero esattamente entusiasta di andarlo a vedere. Anzi, ero abbastanza preoccupato che si trattasse del solito baraccone tenuto in piedi da effetti speciali e schemi di luce stroboscopici. E se non fosse stato per il fatto che mi trovavo già in città per lavoro, probabilmente avrei aspettato l’home tv.
E avrei rosicato come un dannato, perché il film è stato super!


La trama è semplice ma non intendo spoilerare. A parte i primi quindici minuti un po’ incerti, si capisce subito chi sono i buoni e chi i cattivi e a quel punto tutto inizia a filare abbastanza liscio. Certo, il film non brilla per inventiva: una ragazzina giovane e spaventata fugge da delle creature mostruose che vogliono catturarla e assorbirne il potere. Lei, infatti, può creare varchi attraverso le varie realtà del multiverso. Questa sua dote, del tutto innaturale e che non riesce a controllare, si attiva nel momento del bisogno e la teletrasporta fra le braccia del Dottor Strange che, capendone subito la pericolosità, si attiva per aiutarla in ogni modo.


A fare però la differenza rispetto alle precedenti apparizioni dello stregone supremo e dei prodotti Marvel in generale, è la regia di Sam Raimi. Ora, noi sappiamo benissimo che il creatore della saga della Casa non si sarebbe lasciato sfuggire l’opportunità di lasciare la sua impronta nel film. Così ci ritroviamo a vedere un Dottor Strange cupo e dai toni macabri che a me, personalmente, ha fatto impazzire.
Tutto il film è girato come se si volesse sfociare nell’horror, ma senza mai oltrepassare la linea del PG-13. Un balletto fra quello che avrebbe potuto essere e quello che, probabilmente, la Disney voleva che fosse.
Il risultato è ottimo, nonostante io tenda a non essere completamente a favore delle mezze misure.


Per quanto riguarda gli attori, non posso che confermare il fatto che Benedict ha il personaggio cucito addosso. È sicuramente un grande in qualunque ruolo lo si vada a ingaggiare, ma come Dottor Strange diventa il sogno bagnato di ogni nerd. Elizabeth è e rimane un’ottima Scarlet Witch, anche se in questo film l’ho vista un po’ a disagio in certe scene. Probabilmente l’impronta un po’ più dark non le calzava esattamente a pennello.

La computer grafica è ancora di altissimo livello, si vede quando una casa produttrice ha da spendere, ma nonostante sia massiccia non è invasiva. Non è lo straordinario foto realismo di certe scene a renderlo un film eccezionale, ma è solo surplus di qualità per un’opera che sarebbe stata molto bella anche se realizzata con la stop motion degli anni ‘50.


Alla fine che dire di questo prodotto? 
Che dovete assolutamente recuperarlo! 
Nonostante io abbia apprezzato tutti i film Marvel, anche se per qualità differenti, questo è l’unico ad essermi piaciuto al 100%. Non c’è stato un solo momento in cui mi sono detto: «ok, questa parte è un po’ meh». E quando è finito mi sono ritrovato a prendere seriamente in considerazione l’idea di uscire dalla sala, recarmi in biglietteria, acquistare un biglietto per la visione successiva e ritornare dentro. Alla fine, però, ha vinto la fame.
Perché la fame vince sempre.


Voto: 5
L’amichevole GM di quartiere.
SHARE 0 comments

Scrivi un commento

COPYRIGHT © Le Lettrici Impertinenti · DESIGNED BY CATNIP DESIGN