Oggi il nostro cinefilo impertinente ci parla di RESIDENT EVIL: WELCOME TO RACCOON CITY. Il film diretto da Johannes Roberts è il reboot dedicato a Resident Evil, la famosa serie di videogiochi creata da Capcom nel 1996.

Genere: Fantascienza, Azione, Horror
Regia: Johannes Roberts
Sceneggiatura: Johannes Roberts
Fotografia: Maxime Alexandre
Montaggio: Dev Singh
Attori: Kaya Scodelario, Robbie Amell, Hannah John-Kamen, Avan Jogia, Tom Hopper, Neal McDonough, Donal Logue, Josh Cruddas, Lily Gao, Janet Porter
Anno: 2021
Paese: USA, Germania




Trama: 
la tranquilla cittadina di Raccoon City è da sempre la base della Umbrella corporation, un’azienda farmaceutica multinazionale, che produce medicine e tecnologie al servizio dell’umanità… o almeno sembra. In realtà molta parte dei suoi introiti deriva dalla produzione di bio armi e, a seguito di un incidente, tutta la città si ritroverà ad affrontare le conseguenze del giocare a fare il lavoro di Dio.






«Che diavolo è successo qui?»

Era una settimana tranquilla. Tutto filava liscio e mi ero già organizzato un ottimo weekend, chiuso dentro casa all’insegna della pigrizia più estrema, quando mi arriva un messaggio su WhatsApp di mio cugino, con il link al trailer di questo film e una sola parola: Andiamo?
Ci sono solo due costanti nella mia vita: quando apro un barattolo di nutella lo finisco; non perdo un film di Resident Evil al cinema dal lontano 2002. Quindi, armi in spalla e scarponi ai piedi, abbiamo affrontato neve, gelo e disperazione umana per recarci nel cinema più vicino che proiettava la pellicola… a 49km da casa! 
Ma cavolo se ne è valsa la pena!

“L’Umbrella corporation fa esperimenti in questa città da quando eravamo bambini.”

Nerd mode on.
La trama prende spunto dai primi due capitoli della saga videoludica che, se la memoria non mi inganna, si svolgevano in contemporanea: il primo dentro Villa Spencer, il secondo all’interno della stazione di polizia di Raccoon City. Il film, infatti, unisce questi due punti in un unico e grande girone infernale.
Nerd mode off.



La trama è molto semplice: a Raccoon City l’Umbrella sta sbaraccando, spostando tutta la produzione verso lidi migliori. In realtà tutto questo succede perché un “incidente” ha rilasciato un virus in grado di trasformare le persone in armi biologiche. I protagonisti sono un gruppo di poliziotti che devono sopravvivere mentre cercano di indagare su quello che sta succedendo.



Questo film, a differenza di tutta la precedente serie, è un horror con un forte coinvolgimento emotivo e una spiccata capacità nel generare ansia nello spettatore. 
Qui a farla da padrona, infatti, è il costante senso di impotenza e urgenza che muove i personaggi sullo schermo, e che riesce a trasmettersi benissimo anche allo spettatore. Mettiamo pure io sia particolarmente sensibile all’argomento zombi (quei teneri cuccioloni barcollanti sono in assoluto i miei “mostri” preferiti), ma sono riuscito ad immedesimarmi completamente in quello che vedevo, vivendo ogni scena con un’ansia pazzesca. 

Durante l’intervallo mi sono girato verso mio cugino, ci siamo guardati un attimo in silenzio e poi lui ha esordito dicendo «ma se va avanti così, poi noi come ce la facciamo un’ora in strade buie di montagna per tornare a casa?» e quello era precisamente il mio stato d’animo.

“La gente si ammala! Dobbiamo fermare l’Umbrella!”

Gli attori sono stati scelti anche per la somiglianza con i protagonisti del videogioco, ma sono stati bravissimi. Se dovessi decidere chi mi ha convinto di più in assoluto, direi il doberman. Ma ciascuno di loro è riuscito, con la sua interpretazione, a farmi rivivere gli anni in cui NON giocavo a Resident Evil perché mi faceva troppa paura. 

Chiaramente, anche questo film non è esente da difetti. Molto spesso le inquadrature scelte per mostrare certe scene sono prese direttamente dal gioco, ma non rendono bene allo stesso modo. Ad esempio: nel videogioco c’erano molti momenti in cui la luce se ne andava e dovevi giocartela con la torcia. E la cosa generava un’ansia pazzesca perché vedevi solo un piccolo cono davanti a te e basta. In una scena del film la situazione è stata ripresa, e molto bene anche, ma il tutto durerà sì e no cinque minuti. Nemmeno il tempo di iniziare a stressarmi, che già era finita. 

Per tirare le somme: un ottimo prodotto per tutti gli appassionati della saga, sia ludica che cinematografica, ma anche per chi si vuole avvicinare a questo franchise e, più in generale, per tutti gli amanti dell’horror.

“Il mondo deve sapere cosa sta succedendo davvero!”

Comunque, alla fine a casa ci siamo tornati, ma talmente in paranoia da controllare per tutto il viaggio di aver bloccato le portiere. E col tacito accordo che, se qualcuno avesse attraversato la strada barcollando, noi avremmo fatto irruzione in un negozio, razziato cibo e medicine e ci saremmo rintanati in qualche posto isolato dal mondo. Fortunatamente, alla fine, ha prevalso il buon senso. Ora, però, vado a barricare la porta della baita.
Buona apocalisse a tutti.


Voto: 4
L’amichevole GM di quartiere
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