Eccoci a un nuovo appuntamento con le recensioni del nostro impertinente collaboratore cinefilo che oggi ci parlerà di VELVET BUZZSAW, il nuovo film con Jake Gyllenhaal distribuito da Netflix.

Genere: Thriller - Horror
Regia: Dan Gilroy
Sceneggiatura: Dan Gilroy
Montaggio: John Gilroy
Produttore: Jennifer Fox
Anno: 2019
Attori: Jake Gyllenhaal, Rene Russo, Toni Collette, Zawe Ashton, Tom Sturridge, Natalia Dyer, Daveed Diggs, Billy Magnussen, John Malkovich
Paese: USA
Distribuzione: Netflix


Sinossi: Nello spietato mondo dell'arte contemporanea, l'agente emergente Josephina trova centinaia di dipinti appartenuti ad un anziano inquilino del suo palazzo, morto in totale solitudine. Ignorando le istruzioni lasciate dall'anziano artista, di distruggere i suoi lavori, Josephina inizia a far circolare i dipinti, destando subito all'attenzione di critici e collezionisti. Ma dietro questi lavori si cela qualcosa di sinistro che mette in pericolo qualsiasi persona ne entri in contatto.


Arte, suspense, intrighi amorosi e una trama tutt’altro che scontata, il tutto condito da una buona dose di irriverenza e mancanza di buon senso. Sto dimenticando qualcosa? A sì, c’è anche Jake Gyllenhaal! In effetti il cast stellare che comprende anche John Malkovich e Rene Russo è quello che mi ha convinto a premere il tasto “play” del telecomando.

Ma andiamo un po’ a parlare del film.
Già dai primi minuti veniamo catapultati nel mondo dell’arte, ma non quello romantico degli artisti belli e maledetti che sguazzano nell’emotività delle loro opere; no, qui veniamo lanciati a capofitto nel mondo degli interessi economici che girano attorno all’arte. Mettendoci subito in contatto con i protagonisti della nostra storia che da bravi anti-eroi passano le loro giornate a stroncare carriere con recensioni al vetriolo, a licenziare povere assistenti oberate di lavoro e a lucrare in modo spropositato sulle emozioni prodotte dagli altri. Di nuovo ho la sensazione di dimenticare qualcosa… a già, ma c’è Jake Gyllenhaal!


Bisogna ammettere che il film parte un po’ lento, la noia fa da padrona nella prima parte dove per lo più assistiamo a drammi di natura amorosa di protagonisti che, in forte crisi relazionale con i rispettivi compagni, finiscono inevitabilmente col cadere “incidentalmente” uno dentro l’altra. Insomma, quello che succede sempre anche a noi giusto? Tutto questo susseguirsi di scene con intrallazzi amorosi, tradimenti e ripicche in un contesto di vite con cifre a sei zeri mi ha lasciato in bocca quel sapore di Ridge Forrester che speravo di aver dimenticato. Si, mi rendo conto che quello che ho scritto può essere interpretato in diversi modi ma non temete, quando Ron Moss era un bell’uomo io ero ancora solo un bambino. Ok, non sto migliorando per niente la situazione in effetti.
Ma quando ormai sei rassegnato a guardarti l’ennesimo dramma amoroso, ecco che da lontano senti arrivare un suono… si, è proprio il rumore tipico di uno sceneggiatore che esce dallo stato catartico, si siede al pc e inizia a battere i tasti dando finalmente un senso alla trama di sto film!


Nella seconda parte veniamo catapultati in un thriller soprannaturale dove l’amore passa in secondo piano… no, non è del tutto vero, evidentemente ogni tanto lo sceneggiatore narcolettico si riaddormenta e appare probabilmente la madre che in crisi d’astinenza da soap opera si appropria del pc e ci mette del suo.

Diciamo però che la faccenda si fa molto più interessante, l’aumento progressivo della tensione tiene lo spettatore incollato alla sedia, la trama si sbroglia e finalmente si può parlare di un bel film, che a tratti torna a rallentare ma che non lascia mai con la sensazione di pesantezza. Insomma, sembra veramente di vedere due film completamente diversi.

Alla fine della visione quello che rimane sono molti interrogativi: a cosa serve l’arte se nessuno la vede? Fino a che punto è etico lucrare sulle emozioni? Ma soprattutto: c’è qualcuno nel team di sviluppo dei contenuti di Netflix che rilegge i copioni prima di cacciare il grano?
Interrogativi che purtroppo almeno al momento rimarranno senza risposta

Voto: 3,5
Il vostro amichevole GM di quartiere

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