Il nostro cinefilo impertinente ci parla di TRANSCENDENCE, film diretto da Wally Pfister, al suo esordio alla regia, con protagonista Johnny Depp, Rebecca Hall e Morgan Freeman, disponibile su Netflix.

Genere: Fantascienza, Drammatico, Thriller
Regia: Wally Pfister
Soggetto: Jack Paglen
Sceneggiatura: Jack Paglen
Distribuzione in italiano: 01 Distribution
Fotografia: Jess Hall
Montaggio: David Rosenbloom
Effetti speciali: Jack Brunacini Jr.
Musiche: Mychael Danna
Scenografia: Chris Seagers
Costumi: George L. Little
Attori: Johnny Depp, Rebecca Hall, Paul Bettany, Morgan Freeman, Cillian Murphy, Kate Mara, Cole Hauser, Clifton Collins Jr., Josh Stewart, Wallace Langham, Lukas Haas, Fernando Funan Chien
Paese di produzione: USA, Regno Unito
Anno: 2014



Sinossi: Due importanti scienziati informatici lavorano per raggiungere l'obiettivo della Singolarità Tecnologica, mentre un'organizzazione anti-tecnologia radicale combatte per impedire loro di creare un mondo in cui i computer possano trascendere le capacità del cervello umano.




Il dottor Will Caster, il più importante ricercatore nel campo dell'intelligenza artificiale che lavora per creare la singolarità tecnologica, viene assassinato da terroristi anti-tecnologici. La moglie Evelyn ne carica il cervello in un computer, in modo che Will possa in qualche modo tornare a vivere, però, l’amico e collega Max Waters mostra da subito dei dubbi sul procedimento e sulla opportunità di collegarlo a Internet. L’eventualità si concretizza quando il gruppo di terroristi individua il loro nascondiglio: nel tentativo di salvare Will, Evelyn lo connette alla rete permettendogli di comunicare e portare avanti le sue ricerche grazie alla connessione con ogni computer della Terra.


Pur trattandosi di un argomento già visto e rivisto, il modo in cui viene trattato in questo caso è decisamente atipico. Per tutto il film risulta infatti molto difficile schierarsi: se da un lato i modi dei terroristi anti-tecnologici sono estremi, dall’altro non si può non individuare un fondo di concreta preoccupazione nelle motivazioni che li accomunano. Stessa cosa si può dire dell’intelligenza artificiale protagonista del film e, sebbene ogni sua azione sia nell’interesse dell’umanità, continua ad apparire come una costante minaccia. Credo che tutto questo, prima di tutto, sia un chiaro segnale dell’incredibile qualità della trama e del lavoro degli sceneggiatori, che ci regalano la possibilità di tifare per qualunque schieramento, senza sentirci completamente in torno o in ragione.


Gli attori ingaggiati, manco a dirlo, sono di primissima qualità, dal leggendario Morgan Freeman che durante tutta la sua carriera non ha fatto altro che eccellenze, e non a caso è il volto di Dio per Hollywood. Johnny Deep è fantastico sia come attore che come intelligenza artificiale, Rebecca Hall credo che faccia un lavoro eccezionale riuscendo ad esprimere in modo fantastico tutta la complicata gamma di emozioni che il suo personaggio prova. Credo infatti che difficilmente un’altra attrice avrebbe potuto fare un lavoro migliore. Paul Bettany è sempre fantastico, dove lo metti lo metti, è una garanzia di professionalità. Due parole le vorrei spendere anche su Kate Mara, forse l’unica nota dolente del film. Lei è sicuramente brava, ma il suo personaggio credo sia un po’ fuori luogo o un po’ troppo poco caratterizzato, e poi con quei capelli bianchi è davvero orrenda.


Alla regia troviamo Wally Pfister, al suo primo film dietro la macchina da presa. Onestamente trovo che abbia fatto un ottimo lavoro, non eccessivamente pretenzioso ma di qualità, regalandoci una visione fluida e godibile dell’intera pellicola.


Per tirare le somme: un’ottima trama, un gruppo di attori fenomenali e un’ottima regia, rendono questo prodotto una piccola perla nel catalogo di Netflix.

Considerazione spiccia: l’ho visto anni fa al cinema, l’ho rivisto molto volentieri su Netflix, trovo che sia uno dei pochi film che più si guardano e più si godono, dal momento che ad una rivisione si notano tanti particolari che la prima volta potevano essere sfuggiti. Non posso che consigliarlo, sia per l’effettiva qualità della pellicola, sia per le implicazioni morali dell’argomento trattato, in un’epoca come la nostra in cui la ricerca e lo sviluppo sull’intelligenza artificiale non è poi così lontano.

Voto: 4
L’amichevole GM di quartiere.

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