Oggi il nostro cinefilo impertinente ci parla di SWEET TOOTH, la serie televisiva fantasy sviluppata da Jim Mickle per Netflix, prodotta da Robert Downey Jr. e basata sull'omonimo fumetto di Jeff Lemire.

Genere: Fantasy, Drammatico
Narratore: James Brolin
Ideatore: Jim Mickle
Soggetto: Sweet Tooth di Jeff Lemire
Attori: Nonso Anozie, Christian Convery, Adeel Akhtar, Stefania LaVie Owen, Dania Ramirez, Aliza Vellani, Will Forte
Anno: 2021
Paese: USA



Trama: 
Anni prima una pandemia nota come il Grande crollo ha quasi sterminato la razza umana e ha portato alla nascita di bambini ibridi, in parte umani e in parte animali. Non sapendo se questi bambini siano una conseguenza della pandemia o la causa, gli umani li temono e li braccano. Dopo aver vissuto tutta la vita nascosto in una foresta insieme a suo padre, Gus un bambino per metà cervo, fa amicizia con Jepperd, un vagabondo. Insieme i due si imbarcano in un'avventura alla ricerca delle origini di Gus. Sul loro cammino incontreranno alleati e nemici, e Gus imparerà velocemente che il mondo al di fuori della foresta è molto più complesso e pericoloso di quanto credesse.






Dopo un anno e mezzo di pandemia, con lockdown intermittenti, zone colorate e sacrifici da parte di tutti, quale momento migliore per guardare e parlare di una serie tv ambientata proprio dopo una pandemia che ha sterminato miliardi di persone? Bene, ora mettetevi comodi perché vi parlerò della fiaba più dark che ho memoria di aver visto.


“Tanto tempo fa la terra era governata dai cattivi. Erano essere avidi e autodistruttivi. Allora la natura ha fatto ammalare tutti.”

Gus è un bambino come tanti altri ma che, a differenza di molti, ha un bel paio di corna da cervo sulla testa e due orecchie molto speciali. Lui vive assieme a suo padre in una foresta, isolato dal mondo e protetto da tutto. Ma da cos’ha bisogno di protezione? Dalla follia delle persone. Nel mondo là fuori, infatti, una pandemia sta sterminando gli esseri umani e trasformando i feti in ibridi: bambini che nascono con fattezze animali. Gli ultimi uomini, spaventati, incolpano gli ibridi della malattia e li braccano come bestie. Ed è per questo che, quando il padre di Gus trova dei nastrini rosa appesi a tutta la recinzione, intuisce che il mondo là fuori è arrivato per prendersi suo figlio.

“E poi c’è stato un miracolo: la tua specie. Li chiamavano ibridi.”

Una delle cose più sorprendenti della serie tv è il modo in cui riesce ad accostare tratti tipicamente fiabeschi, come ad esempio una voce narrante che accompagna le avventure di Gus, o il viso di innocente meraviglia di un bambino che scopre il mondo, a scene talmente macabre da rasentare l’horror. Ad esempio non sarebbe strano, infatti, vedere il piccolo ragazzo cervo che corre e saltella in giro per i boschi e, dopo uno stacco, ritrovarci a guardare due persone che vengono bruciate vive. Così: giusto per lasciarci lì con la bocca spalancata, e il cervello che continua a domandarsi «ma che cavolo…». Perché si, è questo che troveremo: continui riferimenti fiabeschi che ci faranno empatizzare tantissimo col personaggio principale, al punto in cui veramente non vorremmo mai che gli succedesse qualcosa di brutto; ma al tempo stesso lo guadiamo muoversi attraverso una realtà pericolosa e crudele, soprattutto per quelli come lui. La capacità degli sceneggiatori (e dell’attore) di accostare così bene queste due realtà, è probabilmente il fulcro del successo della serie tv.


“Il tuo compito è vivere una vita piena, ma la fuori ci sono ancora dei cattivi Gus”

Ma parliamo degli attori. Gus è interpretato da Christian Convery, un giovanissimo attore incredibilmente talentoso, che riesce ad impersonare il protagonista in modo talmente sublime da lasciarmi meravigliato. Ogni espressione, dialogo e azione sono così ben fatte da sembrare genuine. Jepperd invece è interpretato da Nonso Anozie, un caratterista bravissimo a calarsi nella parte del gigante buono. Ruolo che gli calza a pennello grazie alle dimensioni ragguardevoli e un bel viso rotondo e pacioccone. Diciamo che non avrei saputo immaginarmi nessun altro attore al suo posto.


“Se sento una voce…
Io scappo.
E se vedo un umano…
Mi nascondo.”

La serie non è ovviamente esente da difetti. Innanzi tutto finisce troppo presto! Ma, volendo cercane per davvero, si può dire che certe scene sembrano un po’ forzate e un po’ troppo fiabesche. Anche se ritengo che faccia tutto parte del grande gioco del contrasto fra la magia della meraviglia, e il terrore della realtà. Un gioco che, in questo caso, è stato condotto in modo davvero sublime.


Voto: 5
L’amichevole GM di quartiere.

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