Ciao Impertinenti,
oggi vi parliamo del romanzo IL BALLO DELLE PAZZE di Victoria Mas.

Genere:
Narrativa Storica
Casa editrice: Edizioni e/o
Data di Uscita: 10 Febbraio 2021
Prezzo: € 15.67 - Ebook € 11.99

Trama: Parigi, 1885. A fine Ottocento l’ospedale della Salpêtrière è né più né meno che un manicomio femminile. Certo, le internate non sono più tenute in catene come nel Seicento, vengono chiamate “isteriche” e curate con l’ipnosi dall’illustre dottor Charcot, ma sono comunque strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l’esterno e sottoposte a esperimenti azzardati e impietosi. Alla Salpêtrière si entra e non si esce. In realtà buona parte delle cosiddette alienate sono donne scomode, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene.

Alla Salpêtrière si incontrano: Louise, adolescente figlia del popolo, finita lì in seguito a terribili vicissitudini che hanno sconvolto la sua giovane vita; Eugénie, signorina di buona famiglia allontanata dai suoi perché troppo bizzarra e anticonformista; Geneviève, la capoinfermiera rigida e severa, convinta della superiorità della scienza su tutto. E poi c’è Thérèse, la decana delle internate, molto più saggia che pazza, una specie di madre per le più giovani. Benché molto diverse, tutte hanno chiara una cosa: la loro sorte è stata decisa dagli uomini, dallo strapotere che gli uomini hanno sulle donne. A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il “ballo delle pazze”, ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell’occasione, mascherarsi farà cadere le maschere…

Una storia avventurosa e appassionata, un inno alla libertà delle donne in un mondo che ancora nell’Ottocento era dominato dagli uomini.

Il grande successo letterario in Francia nel 2019.

Fine Ottocento nel famoso ospedale psichiatrico della Salpêtrière, diretto dall’illustre dottor Charcot (uno dei maestri di Freud), prende piede uno strano esperimento: un ballo in maschera dove la Parigi-bene può “incontrare” e vedere le pazienti del manicomio al suono dei valzer e delle polka.


Oggi vi parlo di un libro che ho fortemente voluto leggere, "Il ballo delle pazze" di Victoria Mas.
Tra gli esami universitari che ricordo con più nostalgia c'è quello di "Neuroscienze", un 28 che per me valse quanto un trenta e lode, tante furono le ore di studio sui tomi e le notti in bianco a ripetere tutti i nervi cranici! Ma voi giustamente vi chiederete, che cosa c'entra tutto ciò con "Il ballo delle pazze"?!
Ebbene cari lettori, questo piccolo libro racconta la storia di alcune donne che hanno provato sulla propria pelle la nascita dell'odierna Neuropsichiatria. A partire da fine '800 si è verificata una vera e propria evoluzione di questa scienza che via via è diventata una delle più preziose branche della medicina. I meriti vanno alla ricerca ma anche a tutti coloro che negli anni hanno svolto un ruolo fondamentale, sebbene meno fortunato, i pazienti. Fino ai primi anni del '900, erano soprattutto donne ad essere rinchiuse in ospedali psichiatrici.
Questo libro è dedicato a loro.
 

"La Salpêtrière è un deposito per tutte quelle che disturbano l'ordine costituito, un manicomio per tutte quelle la cui sensibilità non corrisponde alle aspettative, una prigione per donne colpevoli di avere un'opinione. Dall'arrivo di Charcot, vent'anni prima, pare che la situazione sia cambiata, che alla Salpêtrière vengano internate solo le autentiche isteriche, ciò nonostante il dubbio sussiste."

Parigi, 1885, siamo all'interno dei meandri dell'allora ospedale - manicomio femminile - de La Salpêtrière. A dirigere l'intero reparto di neuropsichiatria troviamo Charcot, illustre medico neurologo che per primo ipotizzò teorie sull'isteria alla base dei disturbi neurosistemici delle sue pazienti. Lo stesso Freud sarà suo "discepolo", negli anni antecedenti alla sua teoria psicoanalitica, ed insieme praticheranno la tecnica dell'ipnosi come terapia. Freud abbandonerà la pratica ipnotica... Ma questa è un'altra storia!

Il libro di Victoria Mas non ha un'impronta clinica però, usa piuttosto il contesto psichiatrico come cornice agli eventi narrati, focalizzando l'attenzione su un tema molto discusso nei secoli: la potenza femminile.

La donna come oggetto del desiderio maschile, la donna come quella costola mancante in una società sessista, omessa perché temuta. Le donne streghe seduttrici, pericolose, coloro che esercitano un potere mistico, le stesse ritenute pazze ma che, almeno un giorno all'anno, possono incantare gli spettatori. Pantere dietro sbarre di uno zoo.

Per la società di quell'epoca facile era decidere il destino delle donne; mogli, madri, monache, comparse silenziose e passive del focolare domestico che fungevano da mezzo per raggiungere un fine. Coloro che non rientravano nei parametri prefissati, cessavano di essere amate, amanti, sorelle o figlie. Per quegli uomini, che semplificavano il tutto etichettandole come pazze, l'unica soluzione era rinchiudere la diversità lontano dagli occhi e fuori dalla società.


"Tuttavia la pazzia degli uomini non è paragonabile a quella delle donne, perché gli uomini la esercitano sugli altri, mentre le donne su se stesse."

Le protagoniste di questo libro sono le donne, ne incontriamo diverse, come diverse sono le loro storie che inevitabilmente si intrecciano.
C'è Genévieve, capo reparto a La Salpêtrière, colei che ha una devozione per la scienza e che si accomoda nel ruolo di infermiera perché non sarebbe mai potuta diventare un medico. Troviamo la giovane Louise, un'orfana dimenticata in cerca di amore, a cui l'orrore ha strappato la purezza e il candore dell'infanzia.
C'è poi Therèse, la "nonna" di strada che custodisce l'arte della saggezza, imperturbabile e paziente, con l'unica paura del mondo fuori.
Ed In fine Eugénie, la caparbia e intelligente Eugènie che nasconde un segreto nell'iride dei suoi occhi.
Ciò che accomuna queste donne è l'essere donne determinate e anticonformiste, di pazzia non v'è traccia. Eppure tutte sono all'interno di un manicomio. Tutte pronte per il ballo di metà quaresima. Il ballo delle pazze.
 
"Le pazze potevano ormai suscitare desiderio. La loro attrattiva era paradossale, accendevano timori, fantasie, orrore e sensualità. [...] Le pazze avevano smesso di spaventare, ormai affascinavano. In seguito a quell'interesse era stato istituito da vari anni il ballo di mezza quaresima, il loro ballo, l'evento annuale della capitale, in cui quelli che non potevano vantarsi di essere in possesso dell'invito passavano i cancelli da un ingresso riservato solitamente alle malate mentali."

La pazzia, questo vago e immenso contenitore che fungeva da appellativo per tutto ciò che l'uomo non sapeva spiegare. La paura del diverso, l'incapacità di prendere coscienza di sé stessi e circoscrivere dentro un edificio le proprie incertezze. Ergersi esecutori virili di sentenze. Leggendo il libro si viene a contatto con una realtà che ormai non ci appartiene più, ma a duecento anni circa di distanza, disarma l'attualità di certi temi, quel senso ancora troppo radicato di diversità. C'è l'antitesi tra la rapidità con cui la scienza (quindi l'uomo) è progredita e la staticità di certi princìpi sociali dell'opinione pubblica.

Un libro interessante che però poteva osare di più. Un libro che ha tutte le credenziali per fare la differenza. Ma la Mas non ci riesce del tutto. Come dicevano i miei prof. al liceo "se si impegnasse poco di più saprebbe fare grandi cose". Facciamole queste grandi cose Victo'!

La rapidità con cui si arriva all'ultima pagina lascia un retrogusto laconico. Manca di sapidità. Mancano molti dettagli, certe emozioni che il lettore può solo intuire, ma che sarebbero state ancora più realistiche se descritte dalle protagoniste stesse.

La storia è piacevole, molto semplice a volte scontata, sono più i temi trattati a dare pregio all'opera. L'intreccio non avviene, resta tutto molto superficiale e il finale è davvero - troppo - essenziale. Avrei voluto sapere molto altro sulle beniamine alle quali mi stavo affezionando!

C'è l'idea ma manca l'argomentazione, diciamo così. Una buona lettura che consiglio, sicuramente, ma non posso ritenere soddisfatte a pieno le aspettative iniziali. 



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