Sempre perché avevo deciso di
buttarmi a capofitto sulle autrici stranieri, arriva la fatina capo, quella
rossa rossa, alta alta, con lo sguardo impertinente, tanto petalosa quanto
inzupposa e mi chiede se voglio leggere Federica D’Ascani. Beh, mi mancava
all’appello. Metto da parte un thriller di cui scriverò in seguito e inizio la
lettura.
Genere: Erotico
Casa editrice: Damster
Data di Uscita: 27 ottobre 2015
Prezzo: € 2.49 (ebook)
Sinossi: Cosa può scatenare uno sguardo intenso, inaspettato e profondo? Cosa si cela nella mente di una giovane ragazza alle prese con le prime turbolente passioni? Sono già trascorsi due anni, per Flora, da quando con la famiglia si è trasferita in un piccolo paesino del litorale romano e il distacco con la sua vita ancora le pesa. Eppure tutto sembra volgere al meglio quando, per un caso fortuito, i suoi occhi entrano in collisione con quelli di Fausto, giovane mantovano giunto per le sue stesse ragioni a lavorare quella terra arsa dal sole e carezzata dalla salsedine. Ma gli anni sono difficili e parlare tra loro è quasi impossibile. Siamo nel 1932, la terra chiama lavoro, il regime comincia a dettar legge e lo spauracchio del disonore grava sulla testa di Flora, specialmente da quando il nuovo fattore le ha messo gli occhi addosso.
Tra le vie di un paese rurale, bagnato dal mare e odoroso di grano maturo, una storia intensa e toccante che vi farà ricordare il primo vero battito di cuore, tra sguardi rubati e promesse taciute, perché la passione, quella vera, non può essere frenata e l'amore, quando bussa, reclama semplicemente il suo tributo...
Sono stata
tentata di mollare un paio di volte. Motivo molto semplice: quando leggo della
condizione della donna che risale ad epoche passate, che non è un puro viaggio
della fantasia ma vera e cruda realtà, mi inalbero, mi inacidisco, m’inca… volo
di brutto.
A chi
volesse tacciarmi di essere femminista farebbe bene a frenare la lingua. Io
sono solo a favore del rispetto assoluto e le parole del romanzo di Federica
sono realtà. Leggere di come Flora è vittima non solo degli sguardi lascivi
degli uomini, ma pensare che viene privata della volontà di scelta mi deprime.
A questo si aggiunge la storia della vita della mamma, della moglie del
fattore, di Gioconda che forse è in cerca di una giustificazione per quello che
fa.
Mentre
leggevo ‘Volevo solo te’ con la mente tornavo indietro di qualche anno, al
periodo scolastico ed in particolar modo, ho pensato subito a ‘I Malavoglia’ di
Verga e mi è venuta la depressione. Povertà, ingiustizia, tradizioni che si
perpetuano ma che non incontrano il mio gusto.
Finito lo
sfogo passiamo alla trama. Ho presentato Flora come donna vittima di una
società che vuole il gentil sesso a servizio del sesso forte, ma la signorina è
dotata di una fantasia a luci rosse e di una ‘manualità’ alquanto libertina.
Almeno quella lasciamogliela. Giovane, inesperta, bella, per niente timida o
repressa va incontro all’amore e alle gioie del sesso con semplicità e scopre
il mondo del piacere dell’erotismo e dell’autoerotismo, di cui a quanto pare
non può proprio farne a meno.
L’autrice
ha inondato le pagine del suo romanzo con descrizioni di amplessi o del
godimento sessuale (altrimenti che romanzo erotico è?) e ammetto che non l’ho
trovato volgare, anzi lo stile elegante e sobrio che contraddistingue il
romanzo si è conservato anche in queste descrizioni, a volte brutali, a volte
romantiche. Mi è sembrato come se l’autrice mettesse a paragone i vari tipi di
amore, di sesso, di godimento e ce li servisse su un vassoio per poi far
scegliere al lettore quello di suo gradimento.
Davvero
impertinente è la sorellina minore che a volte sembra essere più sveglia di
Flora e sarebbe un bel personaggio da far sviluppare. La vedo ribelle e
indomita, una vera gatta da pelare.
I
personaggi maschili abbracciano un po’ tutte le casistiche – il padre padrone
dall’animo buono, il giovane innamorato, l’antagonista viscido, lurido e
vizioso – e sono contenta che almeno Fausto ne esce pulito perché per un
momento, quasi alla fine del romanzo, ho tremato che Federica volesse bastonare
Flora fino in fondo. Per fortuna, il cuore tenero dell’autrice ha prevalso e
l’epilogo mi rinfranca e mi sollazzo di vero cuore.
In
definitiva Federica D’Ascani sarebbe un’impertinente coi fiocchi, è brava ed
intelligente. Mi piace come scrive anche se – solo per gusto puramente
personale perché mi rallentano la lettura – avrei ridotto le parti descrittive
ma che, in questo caso, erano necessarie.
Decisamente
una lettura consigliata agli amanti del genere, altrimenti desistere. Lo stile dell'autrice resta comunque molto
fluido e scorrevole, piacevole da leggere. Ancora complimenti alla D'Ascani e
arrivederci a presto. Baci e abbracci à tout le monde!!
Wellllà ma che bella! Grazie mille, davvero di cuore. Ho avuto paura quando ho visto il tag, ho avuto il terrore quando ho letto l'inizio e... il sorriso si è disteso man mano che andavo avanti. Grazie <3
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