Alessia è rimasta stregata dal romanzo TUTTO IL BUIO DEI MIEI GIORNI di Silvia Ciompi.
Ecco a voi la sua recensione!
Genere: New Adult
Casa editrice: Sperling
Data di Uscita: 6 Aprile 2018
Prezzo: € 14.90
Casa editrice: Sperling
Data di Uscita: 6 Aprile 2018
Prezzo: € 14.90
Sinossi: Camille ha vent'anni, ama lo stadio nelle domeniche di primavera, con le maniche corte e le bandiere mosse dal vento, e ama la sua curva, in ogni stagione. Lì salta sugli spalti, tiene il tempo con le mani: è la cosa che ama di più al mondo. È l'unico posto dove si sente davvero viva.
Ma un giorno, proprio fuori dallo stadio, la sua vita si spezza. Un'auto con a bordo un gruppo di ultras la investe.Tra di loro c'è anche lui: in curva tutti lo chiamano Teschio. Sembra il cliché del cattivo ragazzo, ricoperto di tatuaggi e risposte date solo a metà. Eppure Teschio e Camille sono come due libri uguali rilegati con copertine differenti. Due anime che non hanno fatto in tempo a parlarsi prima, a guardarsi meglio. Si sono passati accanto migliaia di volte, ma non sono mai stati davvero nello stesso posto. Lo sono ora.
Ora che il dolore si è mangiato tutto ciò che Camille era.
Tutto il buio dei miei giorni è lo straordinario esordio di Silvia Ciompi, una giovane autrice italiana, già apprezzata su Wattpad da oltre tre milioni di lettrici, e tuttora in vetta alle classifiche. Una potente e struggente storia d'amore che ci ricorda che, quando tutto sembra perduto, l'amore è l'unica luce dentro al buio.
Lettera a me stessa ora che hai finito il libro.
Cara me (e care lettrici),
non posso che complimentarmi con me ( e con voi) per aver acquistato e letto questo meraviglioso romanzo.
“Corro io per te, posso
farlo, posso essere i tuoi passi, le tue risate, il sole nei tuoi giorni bui.
Corro io per te e tu mi puoi restare addosso, dentro, puoi chiedermi di essere
quello che vuoi, tutto quello di cui hai bisogno.”
La Ciompi ci trascina in
uno scenario diverso dal solito. Lo stadio fa da sfondo alla storia di Teschio
e Camille, due ragazzi provenienti da due mondi diversi ma che quel luogo
riesce a far incontrare.
E a scontrare.
Sì, scontrare, perché
Camille viene investita dalla macchina su cui sono Teschio e i suoi amici e da
allora la sua vita cambia per sempre.
La sorte di Camille sembra
segnata: restare una vita intera sulla sedia a rotelle. Tutto questo dolore
solo per una distrazione, un errore, lei che di errori non ne faceva mai. E
inizia a lasciarsi andare. Non vede come la sua vita possa continuare.
Tutti cercano di starle vicino, di spronarla, ma non abbastanza, almeno per
Teschio. Lui, l'ultras che aveva passato le giornate in ospedale per accertarsi
di come lei stesse, decide di intervenire, di fare qualcosa per farle capire
che è viva.
Teschio e Camille sono due
personaggi spezzati, lui dentro, lei fuori. Sono soli, anche se circondati da
amici e famigliari, e riescono a trovare la comprensione solo l'uno nell'altro.
Tutto in questa storia ci
dice che loro due non dovrebbero stare insieme e il lieto fine è qualcosa che
non speri, vorresti solo che questi due personaggi trovassero una sorta di pace
in modo da poter vivere serenamente, ma non possono. Ormai si sono segnati a
vicenda, sono entrati l'uno nell'altro e non possono che bruciare l'uno per
l'altro. E la pace la possono trovare solo insieme.
Lo stile della Ciompi è
duro, come è la realtà dei protagonisti, come sono i protagonisti stessi. I
dialoghi sono indimenticabili, ma è soprattutto quello che non dicono a parole,
ma con gli occhi che rimane impresso.
Sono venuta a conoscenza
di questo romanzo tramite la promozione fatta su Facebook. Subito ho lasciato
perdere, ma poi mi hanno colpito i post che pubblicava la scrittrice. Sono
stata presa dalla curiosità e l'ho letto. Non posso fare altro che invitarvi a
leggerlo a mia volta.
È un romanzo forte, un
romanzo difficile da digerire, in cui è inevitabile rispecchiarsi. È un romanzo
che parla di possibilità, che parla di rinascita, anche quando sembra tutto
perduto.
Le scelte che Teschio e
Camille sono destinati a compiere faranno soffrire, ma anche tifare per loro.
“La guarderai, la
guarderemo e non se ne andrà mai, ma noi siamo più forti di una cicatrice.”
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