Chi mi conosce sa che i Romance Contemporanei non sono il mio genere preferito, tantomeno gli Erotici. Quando però mi sono trovata tra le mani BALLANDO CON IL FUOCO, esordio di Edy Tassi con la Harlequin Mondadori, me ne sono subito innamorata.
A parte lo stile di scrittura fluido e accattivante, il libro era erotismo allo stato puro. Non c’era volgarità nelle scene di sesso, non ho trovato banalità nei dialoghi ed i personaggi erano caratterizzati in modo perfetto. Per fortuna non c’era la povera ragazza verginella ed impacciata ma neanche il bel maschione ricco e testosteronico.  I suoi personaggi li ho trovati molto reali e questo mi ha portato ad apprezzare l’autrice oltre al libro.

Quando poi ho saputo che stava per uscire il suo secondo romanzo, sempre per la Harlequin Mondadori e anche questo autoconclusivo, ho iniziato a fare il conto alla rovescia. Ma quando arriva il 7 Luglio???

Genere: Romance Contemporaneo - Erotico
Casa editrice: Harlequin Mondadori
Data di Uscita: 7 Luglio 2015
Prezzo: € -

Sinossi: Nascosta dietro l'obiettivo della macchina fotografica, Gloria è sicura di essere intoccabile. E invisibile. Di poter scegliere lei ogni mossa, anche con gli uomini. Seducendoli, amandoli senza inibizioni, e poi lasciandoli prima di poter provare emozioni troppo intense. Prima di poter soffrire. MA nessuno può sfuggire alla propria storia. E quando il passato la chiama con forza dall'Africa alle sponde scintillanti del Lago di Como, Gloria comincia a seguire le tracce di una verità scomoda, di una storia familiare misteriosa e affascinante. Al centro di tutto c'è l'enigmatica e imponente Villa Visdomini. e un uomo, Marco, che è tentazione pura, pericoloso come il fuoco che divampa tra loro. Questa volta Gloria non può più nascondersi.

Per ingannare l’attesa, l’autrice ci ha concesso un estratto in anteprima del suo nuovo romanzo. Estratto che condividiamo con piacere con tutti voi.
Siete pronti?


Gloria chiuse con un colpo secco la portiera e tirò un sospiro di sollievo. Nonostante l'imprevisto con il generale in grembiule, era riuscita a recuperare il suo zoom prima che il giro della villa di metà '800 con impianti liberty, come aveva sottolineato Marco, finisse.
            «Hai già voglia di andare via?»
            Gloria sobbalzò, rimangiandosi un'imprecazione. Se continuavano a spaventarla in quel modo, prima o poi ci sarebbe rimasta secca.
            Certo, il battito cardiaco le si sarebbe impennato molto meno se a coglierla di sorpresa non fosse stato Marco Galbiati. Ormai era buio e in quel punto le lampade del giardino creavano più ombre che luci, ma non vi era alcun dubbio, la sagoma imponente appoggiata contro la seconda berlina era la sua.
            «Sei impazzito?!» esclamò, sperando che lui non la stesse osservando da troppo tempo. Come avrebbe giustificato il fatto di essere arrivata fin lì con uno zoom sottobraccio?
            «Ti ho spaventata?» le domandò Marco ironico.
            «A morte!»
            «In effetti ho cercato di avvicinarmi il più silenziosamente possibile.»
            «Be', ci sei riuscito.»
            «Quindi? Hai voglia di andare via? Pensavo che avessimo un discorso in sospeso...» Marco si staccò dall'auto e si avvicinò. «Potremmo concluderlo qui, se vuoi.»
            «Quale discorso?» Non c'era speranza che il suo cuore rallentasse i battiti. Non se Marco le stava tanto vicino da toglierle la visuale e avvolgerla ancora di più nell'oscurità del giardino.
            Lui inclinò la testa. «Dove finiscono queste strisce bianche.» Con un polpastrello le accarezzò di nuovo la pelle.
            Gloria abbassò le palpebre gustando la scossa di piacere che le si allargava in tutta la schiena e le accendeva un languore liquido nel ventre.
            «Se tu sei venuto a cercare me» obiettò, arretrando di un passo, «qualcun altro potrebbe venire a cercare te.»
            Marco alzò una mano e dai suoi movimenti Gloria intuì che si stava allentando il nodo della cravatta. «Qualcuno tipo tuo zio?» le chiese.
            «O tipo tuo zio...» Fece un altro passo indietro. Marco ne fece uno in avanti. «Non mi è sembrato molto entusiasta di avere ospiti.»
            «Non è lui ad avere ospiti.» Marco si strinse nelle spalle. «E comunque, stanno bevendo e mangiando. Per un po' basterà a tenerli occupati.»
            «Sicuro?»
            «Sono disposto a rischiare.» Fece una pausa prima di bisbigliare: «Tu?».
            Quell'uomo era seduzione allo stato puro! Un altro passo indietro e Gloria sentì sotto i sandali il contatto morbido con il prato. «Mi piace correre rischi calcolati. E il buffet, in effetti, mi sembrava molto invitante» gli rispose, inumidendosi le labbra.
            Accennò ad arretrare ancora, ma Marco le afferrò un polso e con un movimento lento accarezzò la vena che le pulsava sotto la pelle. «Devo prenderlo come un sì?» mormorò sospingendola all'indietro.
            Gloria avvertì contro la schiena la solida ruvidità di un tronco. «Dipende da cosa suggerisce il copione» tergiversò, trovandosi ancor di più al buio, ora che erano nascosti dalle piante. Il profumo di Marco, mescolato a quello di chissà quali altri fiori l'avvolgeva impalpabile ma penetrante.
            Marco emise una risata bassa, più simile alle fusa di un gatto. «E quale copione staremmo seguendo?»
            «Se fosse quello di un romanzo ottocentesco, dovrei mostrarmi oltraggiata e urlare per chiedere aiuto.»
            Sentì che la presa sul suo polso si allentava, ma solo perché Marco aveva cominciato a risalire con la mano lungo il braccio, in una carezza che la scosse in tutto il corpo.
            «Prevedibile» commentò lui, facendosi ancora più avanti. Il suo petto le sfiorò il seno. «E noioso.»
            «Allora suggeriscine tu uno più divertente» lo provocò lei, quasi senza voce. Era consapevole di avere i capezzoli turgidi. Li sentiva formicolare e pulsare.
            «Se vuoi sapere come la penso, credo che dovremmo smettere di parlare.»

            Le sue dita forti le serrarono la nuca. Gloria non pensò nemmeno di ritrarsi o di mettersi a urlare come aveva minacciato di fare. Desiderava che lui la baciasse. Voleva sentire addosso quelle mani che aveva visto accarezzare altre curve femminili solo poche sere prima. Erano state due settimane difficili e all'improvviso si rese conto di aver bisogno del contatto con un corpo caldo. Per sentire che qualcosa, nella sua vita, funzionava ancora allo stesso modo.





Se ne volete ancora, vi ricordiamo che sul Blog La Mia Biblioteca Romantica, potrete trovare un altro estratto in anteprima, cronologicamente antecedente a questo e il Booktrailer. 
Come trovarlo? Che domande, vi lasciamo il link qui:


Scoprite Giulio Galbiati, uno dei protagonisti di EFFETTO DOMINO presentati dall’autrice sul suo blog:

L'autrice:
Sono nata a Cantù, in provincia di Como, una cittadina collinare dalla quale, nei giorni tersi e ventosi si può ammirare la punta del Monte Rosa. In me però non scorre solo sangue lombardo, ma anche veneto ed emiliano. Un sangue nel quale, da almeno due generazioni, scorre una vena artistica che si è sempre manifestata attraverso la scrittura grazie a una zia poetessa e un cugino giornalista.
Come molti figli unici, da bambina giocavo spesso con amiche immaginarie o leggendo. Sin da piccola, infatti, nella mia camera ci sono sempre stati tanti, tantissimi libri.
A nove anni, mio nonno mi ha regalato la mia prima macchina da scrivere. Una Lettera 22 della Olivetti, con la quale, nei primi tempi, mi sono divertita più che altro a scoprire i misteri e le insidie della carta carbone, limitando la mia produzione letteraria a qualche riga di frasi scritte un po’ in nero, un po’ in rosso.
Dopo le medie, il mio percorso scolastico è stato caratterizzato da un andamento piuttosto schizofrenico. Diploma in ragioneria prima (perché i miei genitori desideravano che avessi un “pezzo di carta”), laurea in letteratura tedesca, master in economia, diploma di traduzione. Insomma ero un’anima in bilico fra due vite e in cerca della sua strada.
Strada che ho finalmente trovato, come spesso accade, mentre ero intenta a fare altro. Nel 1999 ho partecipato a un concorso letterario organizzato da Donna Moderna e Harlequin Mondadori che, in modo del tutto imprevisto mi ha aperto le porte della traduzione. Nel 2001 infatti ho iniziato a lavorare come traduttrice per Harlequin, un’esperienza che continua ancora oggi.
Successivamente sono arrivate altre collaborazioni con Morellini e Grandi & Associati. Dal 2007 è cominciato il mio rapporto con Piemme e, in seguito alla partecipazione al Women Fiction Festival, anche con Feltrinelli.
Nel frattempo ho sempre scritto. Il mio primo “romanzo” risale a più di venticinque anni fa, in occasione del compleanno della mia migliore amica, alla quale ho dedicato una storia in cui lei era la protagonista. A quello sono seguiti giornalini amatoriali che mi vedevano impegnata nel molteplice ruolo di caporedattrice, giornalista e lettrice. Diari… una quantità infinita di diari. Una tesi di laurea in cui presentavo un’interpretazione esoterica delle fiabe dei fratelli Grimm. Tentativi di noir, fantasy e romance, a seconda delle mie letture del momento. Finché non ho deciso di fare sul serio. E dopo qualche piccola delusione, tanto incoraggiamento da parte di chi credeva in me e tanta perseveranza, finalmente ho firmato un contratto con Harlequin Mondadori per la pubblicazione del mio primo romanzo, Ballando con il Fuoco.
La mia vita personale segue cicli decennali di quiete e di tempesta. Oggi sono sposata, ho due figlie e le mie giornate ruotano intorno alla famiglia: le bambine da prendere, portare, riprendere, riportare… e ai libri: quelli che leggo per piacere e per lavoro, quelli che traduco e, ora, quelli che scrivo.
La cosa più difficile? Far capire che quando sono seduta sul divano con una tazza di tè davanti e un libro in mano… sto lavorando!


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