THE SNOWMAN. L'UOMO DI NEVE, 7° libro della serie "Harry Hole" di Jo Nesbø, nel 2017 è sbarcato nelle sale con una trasposizione cinematografica diretta da Tomas Alfredson, dove a vestire i panni del  Det. Harry Hole troviamo Michael Fassbender.
Vi lasciamo ora alla recensione del nostro cinefilo impertinente.


Genere: Thriller
Soggetto: Jo Nesbø (romanzo)
Sceneggiatura: Hossein Amini, Peter Straughan, Søren Sveistrup
Produttore: Tim Bevan, Eric Fellner, Peter Gustafsson, Robyn Slovo
Produttore esecutivo: Liza Chasin, Amelia Granger, Jo Nesbø, Niclas Salomonsson, Tomas Alfredson, Martin Scorsese
Casa di produzione: Perfect World Pictures, Universal Pictures, Working Title Films
Fotografia: Dion Beebe
Montaggio: Claire Simpson
Musiche: Marco Beltrami
Scenografia: Maria Djurkovic
Attori: Michael Fassbender, Rebecca Ferguson, Charlotte Gainsbourg, Val Kilmer, J. K. Simmons, Toby Jones, Chloë Sevigny
Anno: 2017

Sinossi: Un brillante detective ma depresso e alcolizzato si trova ad indagare su un killer che firma i suoi omicidi decapitando le vittime.




Bentrovati a tutti, questa settimana vorrei parlarvi di una di quelle pellicole che, nel bene e nel male, tutti dovrebbero vedere: The Snowman.
La trovate comodamente su Prime Video e il motivo per cui mi sento di consigliarvela è perché potrebbe aprirvi un mondo meraviglioso sulle opere di Jo Nesbø, il film infatti è l’adattamento cinematografica del suo libro L’Uomo di Neve.



Ma parliamo un po’ della trama.
Alla prima neve invernale viene rinvenuto il corpo decapitato di una donna, l’investigatore Harry Hole, assieme alla recluta Katrine Bratt vengono assegnati al caso e ben presto finiranno in una caccia al killer ricca di colpi di scena.

Il film per ovvie ragioni non è fedelissimo al libro, anche se credo che riesca a trasmettere sul grande schermo quella che è l’essenza delle opere di Jo.
I colpi di scena infatti non ci permetteranno di riuscire a intuire il finale nemmeno quando ormai le carte sono quasi tutte in tavola, la sottile ma evidente evoluzione dei personaggi e della trama ci lascia però percepire fin da subito quanto sarà fluida e intricata l’indagine. Insomma, si mette continuamente carne sul fuoco creando trame secondarie atte a distrarre lo spettatore, ne risulta un thriller complesso che necessita di una buona dose di attenzione per essere gustato a dovere.



Ma parliamo degli attori?
No perché se in locandina ti sbattono un Fassbender così, con quello sguardo un po’ depresso in mezzo a una distesa di neve bianca, a me onestamente diventa un po’ barzotto. 
Ovvio che poi mi aspetto una certa recitazione, ma devo anche ammettere di essere soddisfatto. Sicuramente non è l’interpretazione per cui sarà ricordato dal mondo, ma Fassbender nel ruolo del detective depresso e alcolizzato è maledettamente credibile!
Onestamente ho trovato convincente anche Rebecca Ferguson, è riuscita a interpretare molto bene una ragazza tanto a suo agio in divisa e sul lavoro, quanto a disagio in ogni altro contesto.



Ricapitolando: la trama è bella tosta e la fotografia è, manco a dirlo, qualcosa di meraviglioso (ma considerando che se potessi scegliere un luogo a caso in cui vivere sarebbe la Norvegia, magari sotto questo aspetto sono un po’ di parte). Sicuramente uno dei punti forti che credo sia stato trasposto bene dal libro è il senso di inquietudine che trasmettere, le inquadrature, le scene, l’illuminazione e i tempi sono stati studiati per generare una pressante sensazione di ansia. E vogliamo parlare dei pupazzi di neve?! Insomma, io abito in montagna e di pupazzi ne ho visti a bizzeffe, ma non avrei mai immaginato che potessero essere così inquietanti come quelli visti nel film. 



Ora, pur diffidando sempre un po’ quando un prodotto norvegese finisce in mano alle produzioni americane, devo ammettere che in questo caso sono riusciti in un buon lavoro. 
Se avete Prime vi consiglio veramente di darci un occhio.

Voto: 3.5
L’amichevole GM di quartiere
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