VENDETTA D'AMORE è il romanzo vincitore del 
Concorso letterario Leggereditore del 2015.
La nostra Xania lo ha letto e recensito per noi!

Genere: Romance Storico
Casa editrice: Leggereditore
Data di Uscita: 2 febbraio 2017
Prezzo: € 10.97


Sinossi: Tra splendori e ombre della Londra vittoriana, un amore che sfida ogni convenzione.

Londra, XIX secolo. La contessina Elizabeth Clarendon ha preso la sua decisione: rinuncerà agli agi del suo rango per fuggire insieme all’uomo che ama, Kenneth, anche se è solo un umile stalliere. Non ha fatto però i conti con il padre, uomo egoista e meschino, che minaccia di far uccidere l’innamorato. Per salvarlo, Elizabeth è costretta ad allontanarlo da sé con l’inganno, a costo di spezzargli il cuore. Un anno dopo, Kenneth è diventato il nono duca di Wellesley e ha un solo pensiero: vendicarsi dell’umiliazione subita. Ma è davvero ciò che vuole? E allora perché l’unica cosa cui riesce a pensare sono quegli occhi di zaffiro capaci di accendergli il sangue nelle vene? Ed Elizabeth, ora che il suo amore è tornato, si ritrova nuovamente attanagliata tra sentimenti e obblighi, in una stretta che le imporrà una nuova scelta.


Ambientato tra gli splendori e le ombre della Londra vittoriana, un romance storico che terrà le lettrici con il fiato sospeso fino alla fine.





Buonasera lettrici impertinenti.
Non so come iniziare questa recensione quindi vado sul classico. Ho letto VENDETTA D’AMORE, romanzo storico di Anna Grieco e Irene Grazzini e non mi è piaciuto tanto al punto di consigliarlo. 

Non so cosa significhi lavorare a quattro mani, se c’è un momento in cui ogni autore lavora indipendentemente o si scrive tutto il testo in compresenza, ma forse c’è stata qualche svista. Il periodo storico è quello inglese del 1700 ma il linguaggio utilizzato a volte era quello del XXI secolo, ossia, belli i vestiti e le ambientazioni ma i personaggi avrebbero avuto bisogno di un linguaggio meno contemporaneo.

Elizabeth e Kenneth sono i due protagonisti. Si sono amati alla follia quando lui era ancora un povero stalliere, poi, dopo un breve colloquio con il padre, Elizabeth allontana Kenneth con una bugia e lui se la beve come un ragazzino e su questa disfatta, dopo essere anche stato picchiato per benino, si regge tutto il suo rancore, ergo tutto il romanzo. Passare poi dalla condizione di nullatenente a ricco ereditiere per di più anche abile negli affari nel giro di qualche mese, mi sembra poco credibile. I presupposti perché sia un buon romanzo ci sono ma mi ha dato l’impressione di essere stato organizzato di fretta. 

Aggiungo anche che ‘lingua biforcuta’ e la scena di sottomissione mi hanno riportato immediatamente a 50 sfumature per cui da lì ho perso un po’ di entusiasmo. Vogliamo anche parlare del personaggio della mamma che sembra essersi rintanata in un mondo tutto suo dopo la morte del figlio maschio e le basta una bella ramanzina da parte della cara amica d’infanzia di Elizabeth per farle ritornare il senno?!?! Non potevano farlo prima se era così semplice? Non so. Forse non sono tagliata per questi tipi di romanzi.

In cambio le scene con Justine sono le più simpatiche perché provo una naturale predisposizione per le ragazzine rompiscatole e schiette, fuori dai rigidi schemi dell’Inghilterra del XVIII secolo. 

Ma io sono sempre bendisposta, quindi aspetto il prossimo romanzo, ancora una volta, che di sicuro mi piacerà di più. Alla prossima, care lettrici!



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