Tre donne brutalmente assassinate, tre personaggi che vogliono scoprire la verità: l’ispettore Manzi, romano de Roma, l’ex poliziotto Goffredo Spada detto “Red” e Orietta Costa, una giornalista di cronaca nera. 
Siete pronti ad entrare all’Inferno?? Non è una domanda retorica, leggete TRE CADAVERI di Raffaele Malavasi e capirete il perché. 

Genere: Thriller
Casa editrice: Newton Compton
Data di Uscita: Luglio 2018
Prezzo: € 9.90 - Ebook € 0.99

Sinossi: Una lettura scorrevole e appassionante Il nuovo talento del thriller italiano
Tre donne assassinate.
Tre corpi orribilmente profanati.
Chi è il serial killer di Genova?


Una serie di omicidi sconvolge la città di Genova. Tre donne sono ritrovate morte, e ogni scena del delitto è un’efferata rappresentazione. Si tratta di un serial killer o di una setta di invasati? L’ispettore capo Manzi viene incaricato di condurre le indagini insieme alla sua squadra, e decide di chiedere aiuto a Goffredo Spada, un ex poliziotto, a suo dire l’unico ad avere le competenze per trovare l’assassino. Spada, però, non è per niente collaborativo e dimostra cinismo e totale sfiducia nelle istituzioni. C’è qualcosa nel suo passato che lo tormenta. Ma la polizia non è l’unica a muoversi sulle tracce dell’assassino. Orietta Costa, una giornalista di cronaca del «Secolo XIX», intende venire a capo del mistero, e firmare lo scoop dell’anno. Man mano che il tempo passa, però, gli omicidi sono sempre più brutali e chiunque abbia intenzione di fermare quelle morti violente dovrà addentrarsi nell’abisso della perversione umana, in una lenta discesa agli inferi.

Tre efferati omicidi sconvolgono Genova
Tre investigatori dovranno calarsi nell’inferno della mente di un serial killer per risolvere il caso.




Raffaele Malavasi per me ha vinto! 
Il libro è un crescendo di emozioni, dove l’adrenalina cresce di pari passi con la caccia al serial killer. Ma quello che rende il libro di Malavasi vero e autentico sono i personaggi: umani, che ci vengono presentati soprattutto attraverso i loro difetti piuttosto che i loro pregi.

Mentre leggevo mi sono trovata spaesata, non riuscivo a capire il nesso, che in un thriller c’è e ci DEVE essere per forza. E la forza dell’autore è stata proprio questo: un killer in cui il male germoglia nel passato, ed esso si manifesta nel presente.
Ho brancolato completamente nel buio, ero convinta che avessimo di fronte killer diversi, visto il modus operandi differenti, e quando i pezzi del puzzle hanno trovato la giusta collocazione, ho detto “wow”!!

La carta vincente del romanzo è stata la scelta narrativa. I capitoli sono brevi e raccontano la storia dei tre protagonisti alla ricerca della verità. E questo, anziché aiutarti, di manda in tilt il cervello, perché i tasselli si aggiungono velocemente, hai la verità davanti ma non sai ancora quale sia.

Quando ho iniziato la mia avventura come blogger mi sono sempre promessa di dire la verità, sempre e comunque, perché non sarei io se non lo facessi. Questo libro lo dovete leggere, su questo non ci sono dubbi… ma c’è un piccolo MA, che mi ronza nella testa da quando ho finito di leggere: Orietta Costa.  Lei rappresenta quella parte che io detesto. Nei fatti di cronaca nera in Italia negli ultimi anni ne abbiamo avuti purtroppo tantissimi, e quello che mi ha sempre fatto arrabbiare sono stati i giornalisti. L’immagine che in questo momento mi viene in mente è stato il video che ho visto al Tg un milione di volte quando ad Avetrana è stata uccisa Sara: mi scorrono nella mente lei con il suo vestito rosa e mi sale una rabbia!

Ora non pensate subito male. Odio lo sciacallaggio che c’è dietro. La morbosità che spesso alcuni giornalisti di cronaca nera hanno nei confronti dei parenti, delle vittime: andare a scavare nel loro passato, scrivendo articoli in cui si descrive tutto, si pubblicano foto, senza fermarsi a pensare che la vittima era una persona, con una propria vita e delle persone che la amavano. E il personaggio di Orietta è quello che ho amato meno, così morbosamente attenta al caso, spinta sia dalla ricerca dell’assassino sia dal desiderio spasmodico di scrivere l’ARTICOLO che le cambierà la vita. Ma credo che il libro di Malavasi, sia un successo soprattutto per questo: aver messo su carta quello che da sempre accompagna i fatti di cronaca. 

Quindi non fatevelo scappare amanti del genere e non ve ne pentirete!



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